Science #win&fail. La volta che il neutrone si mostrò e nessuno se ne accorse. La scoperta mancata dei coniugi Frédéric e Irène Joliot-Curie

Gennaio 1932, Parigi. I coniugi Frédéric e Irène Joliot-Curie sono impegnati in una serie di esperimenti per definire le proprietà di una particolare radiazione. Protone ed elettrone sono già stati scoperti; il primo, di carica positiva e il secondo come particella di carica negativa che gira intorno al nucleo. All’epoca si presumeva però che oltre ai protoni, nei nuclei atomici più complessi, vi dovessero essere altre particelle dotate di massa ma non di carica.
Queste supposte particelle neutre non erano facili da osservare proprio perché prive di carica, mentre i sistemi di rilevazione in uso a quei tempi erano tarati solo per individuare le particelle provviste di carica. La radiazione molto intensa proveniente dal boro e dal berillio veniva diretta su un blocco di paraffina dal quale usciva un gran numero di protoni.
Sennonché, in base ai calcoli, l’energia della radiazione che emergeva dai due metalli e il numero dei protoni che uscivano dal blocco di paraffina erano quantitativamente molto maggiori di quelli previsti teoricamente e ciò sembrava violare alcune leggi fisiche fondamentali. Il primo a trovare la soluzione dell’enigma fu Ettore Majorana il quale, quando seppe dell’esperimento, sbottò: “Che stupidi, hanno visto passare sotto il naso il neutrone e non se ne sono accorti!”.
Majorana tuttavia non pubblicò la sua ipotesi e l’onore di quella scoperta spettò a James Chadwick (1891-1974), allievo e collaboratore di Rhuterford, che per questo successo ottenne il premio Nobel nel 1935.