L’età della terra, milioni o miliardi di anni?

Calcolare l’età del pianeta Terra è sempre stata una grande sfida per la scienza. Una sfida che ha registrato anche clamorosi errori. Per dare una risposta a questo interrogativo, uno dei più autorevoli scienziati della seconda metà dell’Ottocento, lord Kelvin, William Thomson, utilizzò alcuni dati sulla conduzione termica e rilievi della temperatura del sottosuolo, che nella crosta terrestre aumenta di circa 3°C ogni 100 metri. In questo modo arrivò a stimare l’età della terra in 98 milioni di anni. Considerando che il Sole si mantenesse caldo per contrazione gravitazionale Kelvin ipotizzò un’età della nostra stella compatibile con quella terrestre.

Lo scienziato commise un errore di valutazione che condizionò l’intera comunità scientifica per mezzo secolo, fino a quando qualche dubbio fu insinuato dalla scoperta della radioattività, cioè da una sorgente di energia prima del tutto ignota. Si arrivò così a stime vicine alla realtà – circa 4,5 miliardi di anni infine precisate dalla datazione di meteoriti. Dunque per l’età dell’universo si deve ragionare non in milioni, ma in miliardi di anni. In passato gravi errori di calcolo sull’età della terra erano stati compiuti anche da Newton valutò il tempo di raffreddamento di una massa pari a quella Terra e ottenne circa 50 mila anni, Leclerc de Buffon 75 mila.

Fonte Piero Bianucci per La Stampa “TuttoScienze”