La Toscana scommette sul Distretto Scienze della vita per creare sviluppo, occupazione e benessere


Il Distretto toscano Scienze della vita.
Le imprese che a oggi hanno aderito al Distretto sono 91, distribuite prevalentemente negli ambiti biotech, farmaceutica e dispositivi medici, con una forte complementarietà strategica dei poli di Firenze, Pisa e Siena; 10.646 il numero di addetti, di cui 1.376 impegnati in R&S; un fatturato che supera i 5,2 miliardi di euro e un portafoglio di 775 brevetti. Sul totale delle imprese che operano nel settore life science in Toscana, le aziende del Distretto rappresentano il 68% del fatturato complessivo e il 60% degli addetti. Numeri importanti, su cui “pesa” la presenza di grandi player come Menarini, Novartis, El.En, Esaote, Kedrion e Lilly, ma anche una vivace realtà di imprese di piccola e media dimensione che possono trovare nel Distretto Scienze della vita una grande opportunità di crescita. La Toscana è infatti il terzo cluster farmaceutico e biotecnologico nazionale, dopo Lombardia e Lazio. Un dato su tutti: il 40% degli addetti in R&S in ambito biotech opera in regione.

“Le imprese hi-tech sul territorio toscano – ha detto l’assessore alle attività produttive Gianfranco Simoncini in apertura dei lavori – e fra queste, in particolare quelle del settore scienze della vita, stanno dimostrando di reggere meglio alla crisi, sia in termini di occupazione, che di fatturati. Ce lo indica una ricerca presentata pochi giorni fa e lo conferma anche la presenza del distretto scienze della vita all’interno della missione istituzionale che ci ha appena visto in Brasile, in cui la Toscana era capofila per il settore dell’alta tecnologia. E’ un risultato che ci conforta nello sforzo per sostenere la propensione alla ricerca e all’innovazione del nostro sistema produttivo e per valorizzare le eccellenze in campo scientifico, mettendole in più stretto collegamento con le esigenze competitive delle imprese. E’ questo, appunto, lo scopo dei cinque distretti tecnologici, che non vogliono essere sovrapposizioni rispetto alle infrastrutture esistenti all’interno”.

Gli obiettivi e le azioni strategiche del Distretto. Guarda soprattutto all’attrazione del capitale umano e alle piccole e medie imprese il presidente del Distretto Scienze della vita, Rino Rappuoli, scienziato di fama mondiale, quando parla degli obiettivi e delle azioni strategiche del Distretto. “Lavoreremo per tutelare e valorizzare la loro grande capacità innovativa – ha detto oggi Rappuoli – per supportare le pmi nella ricerca di finanziamenti e nei processi di internazionalizzazione; proporremo politiche e strumenti di sostegno e di attrazione di investimenti e di talenti che aiutino le imprese a crescere e a innovarsi in termini di processo e di prodotto. E’ una scommessa che possiamo vincere perché dalla nostra parte abbiamo il sostegno deciso della Regione Toscana, che al Distretto ci crede e ne ha fatto la sua interfaccia per il settore, abbiamo un modello integrato di sanità dove cooperano efficacemente pubblico e privato, abbiamo l’eccellenza della ricerca pubblica universitaria e incubatori che giocano un ruolo fondamentale per la creazione di impresa e di processi innovativi”.

La rete delle eccellenze.
Cuore del Distretto toscano Scienze della vita, insieme alle imprese, sono anche le Università, le Scuole Superiori, il Cnr e i Centri servizi per l’innovazione e il trasferimento tecnologico. Una rete fatta anche di altre eccellenze della ricerca pubblica e privata, tra cui figurano, solo per citarne alcuni, l’Istituito Toscano Tumori, Cerm, Lens e Fondazione Stella Maris. Sinergie e integrazioni tra gli attori del Distretto sono già attive su più fronti: dalla formazione, con i dottorati di ricerca in collaborazione con le imprese, alla gestione di progetti europei. Quelli in corso sono 124, di cui 23 coordinati da istituzioni toscane, con il coinvolgimento di 1.198 istituzioni europee partecipanti e circa 29 milioni di euro di contributi attratti. Positivi anche i numeri sulla creazione di spin-off universitari – su 1026 attivi in Italia nel 2011, 97 sono toscani, di cui 25 in ambito life sciences – e sulla ricerca clinica, dove la Toscana è prima, in proporzione alla popolazione, per numero di studi e di pareri unici rilasciati da strutture pubbliche. Un dato significativo, che contraddistingue positivamente il nostro Sistema sanitario regionale.

Durante la mattina dei lavori è intervenuto Lorenzo Zanni, prorettore per i Rapporti con le imprese e il trasferimento tecnologico dell’Università degli Studi di Siena, che ha presentato i primi risultati ottenuti da una ricerca condotta sulle attività produttive e innovative delle imprese del Distretto. Gli interventi di Giuseppe Pozzana, direttore Pont-Tech, e Luca Barsotti, di Antonelli&Barsotti Associati, hanno offerto un’analisi qualitativa delle aziende che operano in Toscana negli ambiti del biotech, della farmaceutica e dei dispositivi medici. Sulle opportunità offerte dal Distretto toscano Scienze della vita si sono confrontati in una tavola rotonda Luigi Iavarone, presidente Consorzio Technapoli; Fabrizio Landi, amministratore delegato Esaote; Marco Macchia, professore ordinario di Chimica Farmaceutica dell’Università degli Studi di Pisa; Marco Masi, responsabile Area di coordinamento ricerca della Regione Toscana; Donatella Tanini, referente Regione Toscana per il Distretto toscano Scienze della vita e Simone Genovesi, del Distretto toscano ICT, moderati dal giornalista Daniele Magrini, direttore Toscana Tv.