La natura elettrica del legame tra atomi. L’abbaglio di Berzelius

Jöns Jacob Berzelius (1779-1848), insigne chimico svedese, nel tentativo di mantenere in vita le teorie che era riuscito a formulare e che, attraverso gli esperimenti, aveva cercato di dimostrare, ostacolò per cinquant’anni il progresso della chimica. Egli si era intestardito nel ritenere che il legame fra gli atomi dovesse essere sempre e in ogni caso di natura elettrica; non poteva quindi ammettere che due atomi uguali potessero unirsi a formare una molecola come aveva suggerito il chimico torinese Amedeo Avogadro (1776-1856). Berzelius godeva di fama e prestigio indiscussi tanto da scoraggiare gli altri chimici all’approfondimento del problema. Con un oppositore influente e autoritario come fu Berzelius l’ipotesi molecolare di Avogadro non venne accettata dai chimici fino a quando un’irrimediabile confusione nella ricerca della struttura della materia non li costrinse a farlo. In verità l’ipotesi di Avogadro spiegava in modo chiaro e coerente alcune leggi della chimica senza le quali non era possibile risolvere certi problemi fondamentali come quello relativo alla determinazione dei pesi atomici e alla conseguente definizione dei rapporti ponderali fra atomi all’interno dei composti. Così, per difendere un dogma dimostratosi in seguito del tutto errato, il progresso della chimica si bloccò per lunghi anni e Avogadro morì senza vedere riconosciuta l’esattezza della sua intuizione.