Il trasferimento tecnologico nell’ambito della ricerca biomedica: se ne parla nel workshop Netval

Per TLS interverranno al seminario anche il presidente, Fabrizio Landi, e l’intellectual property manager, Andrea Frosini, sull’esperienza di UVaR

L’ambito della ricerca e dell’assistenza in campo sanitario comprende attori di particolare rilevanza per l’innovazione e lo sviluppo economico e sociale. Sarà questo il tema  al centro dell’incontro in programma venerdì 20 maggio a Firenze, presso il centro di formazione Il Fuligno, in via Faenza 42.

La ricerca in campo clinico, in particolare, è un punto di passaggio fondamentale per l’innovazione in ambito biomedico e non solo. Tutto ciò, anche grazie all’elevata qualificazione del personale che a vario titolo opera nelle università, negli Enti Pubblici di Ricerca (EPR) e nelle istituzioni sanitarie di varia natura. Si tratta infatti di persone ed enti che operano alla frontiera delle attività assistenziali e di ricerca, e che rappresentano fonti di idee innovative sulle quali attivare azioni di valorizzazione e trasferimento. Il potenziale è enorme, anche in ragione del fatto che la pratica clinica è per sua natura a contatto quotidiano con i problemi connessi alla cura ed all’assistenza, un ambito nel quale delineare approcci innovativi per generare ritorni a beneficio dell’intero sistema paese.

In un quadro di sostenibilità di forte impatto sul governo dei sistemi sanitari a livello globale, risulta sempre più pressante il bisogno, da un lato di una razionalizzazione delle spese, dall’altro di esplorare nuove opportunità anche con ricadute economiche in contesti che ad oggi in Italia appaiono ancor poco esplorati. Uno di questi può essere rappresentato proprio dal sistema del trasferimento tecnologico e della valorizzazione delle idee in ambito sanitario e di ricerca clinica.

Delineare procedure operative standard per la promozione e la gestione dei processi di valorizzazione della ricerca preclinica e clinica, con il fine ultimo di promuovere l’innovazione anche verso risultati d’impatto per la pratica sanitaria stessa, è essenziale.

In una logica di stretta collaborazione fra Atenei, EPR e Sistema Sanitario, attraverso la condivisione di esperienze, infrastrutture e professionalità adeguate, si può generare un impatto di medio-lungo termine sulla sicurezza e la qualità dei servizi offerti per la cura dei cittadini, in termini di aumento della qualità e della sicurezza della pratica clinica, attrazione e mantenimento di medici e professionisti di talento, attrazione di investimenti e project financing adeguamento delle proprie dotazioni tecnologiche agli standard più qualificati, nonché l’irrobustimento della cultura dei professionisti sanitari in materia di innovazione, trasferimento tecnologico ed imprenditorialità.

Criticità legate al quadro normativo di riferimento, nonché alla natura pubblica degli enti coinvolti nella ricerca clinica, rendono indispensabile un confronto, partendo dall’analisi di esperienze di rilievo sviluppate in ambito nazionale per iniziare un percorso condiviso al fine di valorizzare al meglio il patrimonio di conoscenza sviluppato dalla ricerca clinica, al fine di favorire l’implementazione ed il potenziamento delle funzioni di supporto alle pratiche di valorizzazione dei risultati della ricerca in ambito clinico-assistenziale, attraverso politiche d’integrazione, in una logica di complementarietà di offerta fra Atenei e Sistema Sanitario, rilanciando la creazione di sinergie fra funzioni di ricerca, formazione ed innovazione.

E’ con questi obiettivi, alla luce delle esperienze maturate dai propri soci attivi nel campo delle scienze della vita in generale e degli IRCCS, in particolare, che Netval ha deciso di avviare una serie di attività sul tema della valorizzazione dei risultati della ricerca in ambito clinico/sanitario.

Il workshop di Firenze, al quale il Ministero della Salute, la Regione Toscana e il Distretto Toscano Scienze della Vita hanno aderito, rappresenta il primo passo in questa direzione.

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