Geni e teorie dell’ereditarietà, gli studi rivoluzionari di Thomas Hunt Morgan

Quando Thomas Hunt Morgan ricevette il premio Nobel per la medicina nel 1933 la sua fama di pioniere dell’embriologia e della morfologia sperimentale era già diffusa in tutto il mondo. Nato a Lexington nel 1866 questo biologo statunitense fu docente presso la Columbia University di New York, prima di diventare direttore dei laboratori biologici del California Institute of Technology di Pasadena.

Fu lui l’autore delle ricerche sul moscerino della frutta Drosophila melanogaster, che portarono al riconoscimento nei cromosomi dei portatori dei geni, dimostrando così le basi degli studi già effettuati in precedenza da Gregor Mendel. Il “colpo” di Morgan fu quello di riconoscere la localizzazione e l’ordinamento lineare dei geni nei cromosomi, dimostrandone la capacità di dar luogo a mutazioni e gettando in tal modo le basi della teoria cromosomica dell’ereditarietà.