Dall’Italia agli Stati Uniti, i premi del ISSNAF 2019

Premiati cinque giovani italiani che contribuiscono a costruire un futuro migliore con la loro attività di ricerca in Nord America

ISSNAF – fondazione attiva da 11 anni che riunisce 4.000 scienziati italiani che lavorano in Usa e Canada – ha celebrato i vincitori degli ISSNAF Awards 2019 con un evento, tenutosi sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica, all’Ambasciata d’Italia a Washington sul tema di «Scienza e bellezza: l’eredità di Leonardo».

«Abbiamo voluto celebrare la ricorrenza dei 500 anni della morte del genio toscano dedicandogli il nostro evento annuale – dichiara il presidente della fondazione ISSNAF Vito M. Campese – Stiamo parlando di uno scienziato rivoluzionario, capace di sfidare lo status quo dell’epoca, mettere in dubbio conoscenze che si davano acquisite per costruire un futuro diverso, migliore. Ed è questo lo spirito che muove il lavoro di ogni ricercatore: migliorare la qualità della vita di tutti noi, trovare risposte in grado di creare sempre maggiore benessere».

Il vincitore dell’area sponsorizzata  da Bio4Dreams e IBM è il romano Andrea Idili che ha vinto il premio riguardante la sezione Award for Research in Medicine, Biosciences and Cognitive Science per aver ideato sensori elettrochimici fatti con fili d’oro e modificati con Dna, capaci, una volta impiantati attraverso sottilissime cannule, di segnalare in tempo reale il dosaggio di farmaco antitumorale nel sangue con una precisione altissima. Una scoperta che, una volta applicata sull’uomo, promette di ridurre drasticamente i rischi di sotto o sovra-dosaggi di farmaci nelle chemioterapie.

Di seguito gli altri premi tematici assegnati:

Al ricercatore calabrese Francesco Restuccia va il Mario Gerla Award for Young Investigators in Computer Science per il progetto che consiste in una radio in grado di comprendere e distinguere, tramite l’intelligenza artificiale, le forme d’onda degli oggetti connessi e rendere così le reti wireless più efficienti, autonome e sicure, facendo evolvere il modo in cui smartphone, elettrodomestici e altri dispositivi tecnologici comunicano tra di loro.

Alla toscana Giada Bianchi il Paola Campese Award for Research on Leukemia per il progetto che punta a capire come sconfiggere il mieloma multiplo, un tumore che colpisce le plasmacellule, cellule del sistema immunitario, togliendo un importante pezzo: la proteina ‘Robo1’.

Elisa Franco, nata a Gorizia, ha vinto il Franco Strazzabosco Award for Young Engineers con il progetto legato ai nanotubi, microscopici ‘spaghetti’ di Dna che potranno diventare i mattoncini alla base di bio-sensori e circuiti: sono auto-assemblanti, quindi più semplici da costruire rispetto agli odierni componenti presenti nelle nanotecnologie, che hanno bisogno di spazi totalmente sterili e macchinari complessi per essere creati. Molte le applicazioni possibili, dalle nanotecnologie alla programmazione cellulare.

Il barese Pietro Milillo ha ricevuto l’Annamaria Molteni Award for Mathematics and Physics per il progetto che punta a utilizzare le costellazioni di satelliti Synthetic Aperture Radar (Sar) per migliorare la comprensione dei fenomeni di base del pianeta, oltre a facilitare un’efficace risposta ai disastri naturali. Ha applicato il suo monitoraggio satellitare al ponte Morandi, crollato a Genova nell’agosto del 2018, notando come un’attenta analisi dei dati satellitari dimostrava deformazioni e spostamenti nella struttura già negli anni precedenti il disastro.