Anche Bespoke Biotech Advisory (BBA) nell’ingresso sul mercato di Mirnagreen: sarà possibile estrarre un antinfiammatorio da frutta e verdura

Brusa: “ Il processo produttivo adottato si integra perfettamente a valle di un processo di economia circolare”.

È pronta a entrare sul mercato Mirnagreen, la società biotech nata nel 2015 come spin-off della Fondazione Edmund Mach e diventata nota per essere stata la prima al mondo a scoprire e brevettare il processo per produrre estratti a base di microRNA vegetali su scala industriale.

In questa nuova e importante fase del proprio percorso, Mirnagreen è assistita da Herbert Smith Freehills per gli aspetti legali, IP e regolatori – con un team composto dalla partner Laura Orlando e dalla senior associate Martina Maffei – nonché, per gli aspetti di business consultancy, dalla società Bespoke Biotech Advisory (BBA), diretta da Gabriele Brusa e dal 2018 affiliata a  Toscana  Life  Sciences.

Mirnagreen è la prima azienda a produrre, su scala industriale e con metodo brevettato, le molecole naturali ad azione immunomodulante e antinfiammatorio a supporto del sistema immunitario, con applicazioni biofortificanti anche in settori diversi dalle Life Sciences. – spiega Gabriele Brusa, Managing Partner di B.B.A. srl – Il suo fondatore, il dott. Roberto Viola, due anni fa, ci ha coinvolti in una fase di Company Maturity (CM) identificabile fra i livelli 2-3, nella taratura del go-to market, nella definizione della strategia di sviluppo multisettore e nella ricerca di partners e investitori anche all’estero, in particolare negli US).La recente partnership della nostra società con lo studio Herbert Smith & Freehills di Milano ha ora permesso anche il fine-tuning strategico sia a livello IP sia regolatorio.”

I microRNA e l’approccio Mirnagreen

I miRNA, o microRNA, sono delle piccole molecole naturali ad azione immunomodulante, presenti in tutti gli organismi. I ricercatori di Mirnagreen hanno scoperto che i microRNA vegetali esercitano sull’uomo un’azione antinfiammatoria in grado di generare una risposta positiva nel sistema immunitario, e di contribuire a prevenire l’insorgere delle infiammazioni alla base di diabete, cancro, Alzheimer e altre malattie degenerative, cardiovascolari e polmonari.
Per massimizzare l’efficacia dei microRNA vegetali sarebbe necessario un consumo quotidiano di circa due chili di frutta e verdura: un quantitativo molto elevato e difficile da gestire, anche in termini di sostenibilità ambientale. A questa esigenza Mirnagreen ha dato risposta sviluppando un procedimento rivoluzionario in grado di estrarre microRNA vegetali su scala industriale, incrementandone la biodisponibilità. MirnaGreen riesce a ottenere attualmente un chilo di estratto al mese: è quello che serve per le prime applicazioni in ambito terapeutico e per gli studi sugli effetti ottenuti nelle principali malattie degenerative. La piattaforma tecnologica sviluppata dalla startup ha un’altra caratteristica: ha un approccio alimentare, nel senso che il prodotto finale può essere usato (e certificato) come alimento, privo di sostanze nocive come solventi o pesticidi. L’estrazione avviene con un metodo naturale, non servono sostanze aggressive.

Il dott. Viola ha scommesso non sulla sequenza ma sulla quantità e qualità estratta di miRNA: ora Mirnagreen ha la copertura su scala industriale e con tecnologia food-grade dell’estrazione e purificazione di miRNA, misurabile  in milligrammi per chilogrammo di biomassa vegetale, in un arco di tempo assai limitato e mantenendo una stabilità ottimale.Mirnagreen riesce così a ottenere quantità di miRna equivalenti al consumo alimentare di 2 chili di frutta e verdura in un milligrammo di prodotto finito, semplificando, in ottica alimentare, quanto consigliato come dose giornaliera dall’O.M.S. Le applicazioni non sono solo in campo umano e il processo produttivo si integra perfettamente a valle di un processo di economia circolare (altra area su cui ci siamo mossi, ottenendo risultati per Mirnagreen di particolare interesse).La seniority messa a disposizione è stata la dimostrazione dell’efficacia del nostro modello: nel progetto ha collaborato anche il collega Dott. Enrico Appiani” conclude Brusa.